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Thursday 13 November 2008

Un pomeriggio, un novembre

sedevo sul divano blu in penombra - courtains were open but it was late. The fireplace in front of me was off. Le lattine vuote di Coca-cola incominciarono a materializzarsi dal nulla, una dopo l'altra, rimanendo lì ferme, immobili, dove venivano create. All'inizio in aria, in ordine sparso, un po' dappertutto, ma non dal basso! Poi però, col passar del tempo, notai che un ordine di riempimento in effetti c'era, ed era un ordine polarizzato, polarizzato verticalmente, dal basso verso l'alto. Quando ci ero ormai dentro fino al collo, delle lattine erano già comparse in alto, vicino al soffitto, ma erano poche, sicchè potei gustarmi lo spettacolo del ricoprimento della grande finestra del salotto (del mio salotto): "un tramonto niente male", pensai tra me e me. La forma delle lattine era normalmente cilindrica, quindi, pensandoci, era impossibile che lo spazio potesse venire completamente riempito. Per non parlare poi dei profili: del mio volto, per esempio! Del mio corpo! Tutto, tutto il mio corpo! Eppure, stava accadendo. E, cosa ancor più strana, non provavo nessuna sensazione di soffocamento. Anzi, potevo anche muovermi! Ero al buio, questo sì, ma era come se quel vuoto magma metallico mi proteggesse, come se si adeguasse alla mia presenza, quasi come se sapesse già in anticipo quali sarebbero stati i miei spostamenti, lasciandomi così una possibilità di movimento fluido: eravamo in armonia, forse una sola cosa! Come potessero quelle lattine ricombinarsi in maniera tale da riempire in ogni istante, con continuità, tutto il volume della casa senza lasciare interstizii, è ancor oggi per me un mistero. Ma, forse, la cosa più sbalorditiva fu, per me, il mio senso di aderenza a quella mostruosità per me quasi familiare.
Fu così che raggiunsi la camera da letto, mi distesi sul letto freddo e mi addormentai..

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