[please redial your call (except you don't mind it or give anybody the creeps worrying about hiding that you mind it so nobody's feelings will be hurt)]

Friday 4 December 2015

Yogi

Krishna (Bhagavad Gita) recita: "È uno yogi solo colui che rimane stabile sia nel dolore che nel piacere". Io direi che è un yogi colui il quale è in grado di rimanere contemporaneamente, sia nel dolore che nel piacere, sia stabile che instabile.

Thursday 3 December 2015

Cervi e uomini

Praticamente siamo accomunati ai cervi dal fatto che le corna per i cervi e le unghie per noi sono le vestigia del nostro essere stati in un remoto passato piante, nel senso che le corna - rispettivamente le unghie - sono ciò in cui si sono diversamente sviluppate quelle che una volta erano radici... Per questo cerchiamo di mettere radici, anche se talvolta non ce la facciamo... Però è vero anche che non siamo più piante e se non lo siamo più è perché qualcosa ci ha spinto a modificarci, a evolverci; questo qualcosa dunque ci ha fatto contemporaneamente perdere quel desiderio di mettere radici... Poiché però ogni evento ha una durata infinita e non è mai concluso e da sempre iniziato (perché il tutto è uno) ecco che ci troviamo a vivere una situazione per così dire "schizofrenica" in cui opposti desideri si contrastano all'interno di noi. 

Monday 17 August 2015

Il partigiano Johnny

Il finale de "Il partigiano Johnny", di Beppe Fenoglio, mi ha fatto venire l'angoscia, sembrando, dopo pericoli e stenti sempre più grandi, di avercela finalmente fatta... Ma probabilmente è giusto così, perché, pur essendomi affezionato a Johnny e identificato in lui, se non fosse morto, la misura della tragedia della guerra voluta dai nazisti e dai fascisti non ci avrebbe raggiunto a pieno, né l'eroicità del sacrificio partigiano (e naturalmente alleato).

Tuesday 19 May 2015

Passaggi

>>Vedo domini di ritenzione anale quasi assoluta inframezzati a domini di bordello senza alcun senso di responsabilità... Col passar del tempo le dimensioni di questi domini aumenta, mentre il loro numero diminuisce: cosa resterà alla fine? Verso quale stato sta evolvendo il sistema? O dovrei piuttosto dubitare delle mie osservazioni?

Alla fine ci sarà uno scontro, ma non ci saranno né vincitori né vinti. Si tratterà semplicemente di un passaggio in cui il mondo intero si trasformerà in un altro mondo (intero) e in virtù di questa completezza, seppure si tratterà di un mondo nuovo, sarà sempre al tempo stesso lo stesso mondo di prima... Un passaggio, tutto qua...

Monday 11 May 2015

Wüste ohne Ende





Das ist nichts, ein Quadratmeter auf die Zimmerdecke projektiertes Licht, und das ist alles, eine unendliche Wüste, ein Kilometer um Kilometer ausgebreiteter Ort, wo man einen ganzen Roman spielen lassen könnte!

Saturday 9 May 2015

Revolution's Revolution

The following spectacular picture, courtesy of MASA, shows the surface of the Moon & the Orbit of the earth around it.

This rare phenomenon of Inversion of who is revolving around whom, scientifically known as "revolution's revolution", Happened without being noticed by anybody because it took place Late last night, while Almost everybody was sleeping, or at least feeling tired & bored, and therefore almost certainly watching Some old scrap but still funny Precedently registered tv-series.

The Trail followed by the planets while swapping positions without Colliding is still clearly visible.

Discontinuity

it is so, as if up to a certain point everything had always worked out nicely, even perfectly I would say, but then, at some point, abruptly, as if somebody or something - simply said, an external cause - would have always been there to prevent me from getting or doing it... When it has all started, I don't know... More or less I do know, but not precisely, nor precisely I know which specific event sparkled it all... Maybe, if I would know, I could do something to bring things back... Or maybe it has not been abrupt, but rather something happened - that thing - and then its consequences took place just slowly, until the last chance to logical fight the repercussions of it vanished... As it had all been already written down somewhere, sometime...

Monday 30 March 2015

Imagine

Imagine to be sitting inside a room with the door closed; can you then be deterministically sure that right now, or at any later moment of time, nobody will be knocking on the door? No, you can never be deterministically sure, no matter in which kind of room you are, no matter how the door looks etc. etc. Never.

Wednesday 11 March 2015

Total depressiv

Ich sitze vor dem Rechner und warte darauf, dass die Welt sich meldet. Sie meldet sich aber nicht. Was ist schief gelaufen? Wann? Warum? Auch Warmbaden macht mir keine Freude mehr... Vielleicht war das Wasser zu warm...

Warum habe ich es nicht gemerkt? Wenn ich es gemerkt hätte, hätte ich etwas dagegen gemacht, damit alles nicht schief ginge? Ist es so für alle oder gibt es Leute, die erfolgreich sind? Oder sehen sie erfolgreich aus, sogar zufrieden, sie spielen aber einfach Theater, ohne das zu wissen?

Ist es wichtig, das zu wissen? Was, zu wissen? Ist es überhaupt wichtig, was ich in diesem Text schreibe? Könnte ich nicht einfach weiter Holz sägen und dann spalten? Das macht mir so viel Spaß wie an dem Kung-Fu Kurs teil zu nehmen: Disziplin, Bewegung, keine Gedanken, einfach schlagen. Immer mit Respekt vor meinem Gegner, natürlich. Ehrlich. 

Ah, ja, stimmt, ich wollte doch etwas von der Welt erfahren... Vom Rest der Welt... Der Rest der Welt, wie wenn es etwas Kleineres wäre... Es klingt greifbar... Ein kleineres, greifbares etwas, das nichts mit dem Nichts zu tun hat... Ist es alles unabwendbar? Oder sollte ich mich einfach einmal für etwas engagieren, etwas Wichtiges? Was denn?

Tuesday 10 February 2015

Il Movimento 5 Stelle e la democrazia digitale

Da diversi anni ormai rappresenta il Movimento 5 Stelle (M5S), nel bene o nel male, la più grande novità sulla scena politica italiana. Uno degli obiettivi, che sicuramente ha contraddistinto questa novità, è stata la volontà di togliere potere a quelle strutture - leggi principalmente i partiti politici - che, diciamo dal secondo dopoguerra in poi, nel corso dei decenni questo potere erano arrivate ad averlo e a gestirlo in substrutture più o meno stabili e trasparenti, per riportalo nelle mani del Cittadino: il famoso "uno vale uno".
Ora, la formazione di una struttura complessa e più o meno stabile di gestione del potere non è una cosa in sé cattiva: alla fin fine è ciò che chiamiamo "società" come contrapposta all'anarchia (contro cui personalmente non avrei nulla in contrario, ma questo discorso mi porterebbe a divagare e qui chiudo la parentesi). Tuttavia, se non dunque nel principio, almeno nella pratica tale slancio idealistico dell'M5S può essere considerato auspicabile, visto che tutte le strutture di potere, dopo un certo periodo, prima o poi mostrano la tendenza a incancrenire, rendendo appunto la società malata (in primis, corruzione).
A ciò va aggiunta la considerazione del particolare momento storico che ci troviamo a vivere, ovvero quello dell'alfabetizzazione digitale, della diffusione di internet praticamente in ogni casa italiana (e soprattutto di uno smartphone nelle tasche di ogni italiano) e dello sviluppo dei cosiddetti "social media": Facebook, Twitter e via dicendo. Tale situazione ha avuto come conseguenza una democratizzazione dell'opinione di ciascuno di noi, visto che ognuno può condividere le proprie idee con un cerchio di persone più ampio rispetto a quello, per esempio, dei tempi della televisione, ove il cittadino medio, che non partecipasse a particolari eventi mediatici, come poteva essere, per esempio, la riunione di un organo di partito, aveva come orizzonte di pubblico massimo quello rappresentato dalla cornice familiare a tavola, dalla clientela in negozio o dal gruppo dei colleghi in ufficio. In una battuta, siamo nella famosa era della democrazia digitale.
Alcuni di noi vedono in ciò, se non un pericolo, almeno uno svantaggio: oltre al fatto che la mole notevole di tale valanga di informazioni a cui siamo sottoposti rischia di per sé di abbassare fortemente il livello delle idee e delle informazioni che riusciamo a ottenere, in questo modo anche le frasi e le proposte più grette ed abiette trovano il modo di propagarsi. Io personalmente preferisco invece l'era di internet a quella della televisione, prima di tutto perché siamo sempre e solo noi stessi a decidere cos'è ciò a cui vogliamo essere sottoposti: non decidere è, infatti, pure una decisione! Inoltre uno potrebbe sempre, per esempio, decidere di non comprarsi lo smartphone, o di non attivarsi un account Facebook, oppure si potrebbe decidere molto semplicemente di spegnere lo smartphone di notte e di non postare mai su Facebook niente che si abbia letto fermandoci soltanto al titolo del testo. Secondo, la mia opinione è, che è meglio, che idee offensive emergano, piuttosto che rimanere incubate in qualche substrato umido della società: dovendo in ogni caso venire fuori, in questo modo abbiamo più possibilità di neutralizzarle, prima che incomincino a procurarci guai seri.    
Detto tutto ciò, vorrei descrivere qui un caso, affinché possa servire come spunto di riflessione, che mi è venuto in mente, ove forse la democrazia digitale, osannata dall'M5S e fin qui da me plaudita, funzionerebbe peggio di ciò che abbiamo oggi in Italia, ovvero la democrazia rappresentativa. Il caso di cui vorrei parlare è l'elezione del Presidente della Repubblica. Molto brevemente, adottando il metodo propugnato dell'M5S, partendo o meno da una lista iniziale di candidati, è molto probabile, anche se non matematicamente certo, che nessun candidato raggiungerebbe la maggioranza (assoluta) dei voti. Come fare allora? Eleggere il candidato di maggioranza relativa? Cos'è allora il Parlamento? È la creazione di un luogo intermedio tra gli elettori e chi detiene il potere, dove i rappresentanti dei cittadini devono confrontare le proprie diverse opinioni e quindi trovare compromessi. I Presidenti della Repubblica, che in questo modo vengono eletti, verrebbero a non essere sempre, necessariamente, la scelta del partito di maggioranza (!), bensì il frutto di un avvicinamento reciproco delle posizioni, inizialmente possibilmente distanti, del più ampio schieramento possibile di forze politiche (ad oggi, leggi partiti). La risposta a chi obietta, che un compromesso potrebbe essere trovato direttamente anche dagli elettori stessi, consiste nel fatto che di sicuro decine di milioni di persone a mettersi d'accordo fanno molta più fatica che un migliaio di persone. In questo modo il modello politico parlamentare è un modus operandi efficiente di creazione e gestione del potere. Tuttavia, chissà che un giorno forse, in un futuro più o meno lontano, avremo sviluppato le nostri capacità mentali a tal punto, da essere in grado di prendere decisioni collettive in un siffatto grande numero di persone senza bisogno di passaggi di intermediazione?