[please redial your call (except you don't mind it or give anybody the creeps worrying about hiding that you mind it so nobody's feelings will be hurt)]

Thursday 18 October 2012

Amore infinito

Finalmente l'avevamo fatto. Al corso dove ci eravamo conosciuti in realtà c'era anche un'altra donna, allegra, con un seno prospero, spesso un po' scoperto, che rideva a tutte le mie battute; vedevo che ci capivamo, e avevo capito che avrei potuto averla, se lo avessi voluto: mi ci sarei divertito sicuramente un sacco. Ci saremmo divertiti! Lei invece aveva dei seni appena abbozzati - la qual cosa aveva sempre per me funzionato da deterrente - la voce a basso volume, incerta, quasi un sibilo, e un carattere timido, quasi snob ero arrivato a domandarmi. Opposto al mio, apparentemente. Invece, nonostante tutto ciò, avevo scelto proprio lei: i suoi capelli scuri, fluenti, i suoi occhi pure scuri, profondi: era bellissima! Insomma, me ne ero innamorato! E il farlo insieme era stato veramente, come si dice, come toccare il cielo con un dito, meraviglioso, un sogno!
Entrambi precari, eravamo prigionieri di una relazione con dei partner stranieri la cui nazionalità comune, seppure corrispondente all'economia più forte del continente (e per questo in grado di offrirci maggiori probabilità di trovare un lavoro stabile), tuttavia non era proprio che si addicesse alle nostre anime, per usare un eufemismo. Il nostro amore rappresentava dunque per noi almeno un senso di liberazione, se non addirittura di rinascita promessa.
Cambieremo vita, cambieremo i nostri lavori, vero? mi chiese lei mentre io le passavo un dito lungo la silhouette del suo fianco sobrio che proseguiva nella linea morbida del suo sederino sodo, il cui biancore si stagliava in contrasto con la pelle abbronzata del resto del corpo, io mi iscriverò a giornalismo, quello che da così tanto desideravo di fare, e tu finalmente scriverai il tuo tanto agognato romanzo! No, è impossibile, tagliai corto io. Lei era avvezza ai miei scherzi e per un po' perciò non disse nulla, continuò semplicemente a guardarmi, calma. Poi uno spettro scese lentamente su di lei e la sua espressione incominciò a rabbuiarsi, i suoi occhi neri ora lucidi. E perché no? chiese lei sforzandosi di tenere le labbra ancora più strette per dare l'idea di continuare a sorridere, ma, in realtà, come sulle giostre ci si tiene più stretti quando inizia il giro più forte, il giro della morte, cercando solamente di resistere al colpo che le avrei dato. Ora che ti amo, non posso più scrivere, confessai.
Lei questo lo sapeva benissimo.
Una lacrima le corse lungo una guancia. Poi un'altra dall'altro lato. Infine pianse silenziosamente. Ora mi resta fino alla fine dei mie giorni per tormentarmi, ma allora non ne provai pietà perché sapevo che ciò che sarebbe accaduto era necessario, perché così era scritto. Quando smise di singhiozzare mi misi sopra di lei, le presi i polsi con le mie mani e le portai le braccia sopra la testa tenendole inchiodate sul materasso, mentre lei allargava le gambe per farmi entrare e per avvinghiarle attorno alle mie. Allora sbrigati a fare quello che devi fare, mi dichiarò a occhi chiusi. Poi, riaprendoli, guardandomi fisso con un'espressione di infinito amore, io muoio felice. 
Io passai uno dei suoi polsi sopra l'altro, in modo da tenerli entrambi con una sola mano, e appoggiai l'altra sul suo collo. Quando incominciai a stringere, lei richiuse gli occhi. Aveva capito che eravamo lagati per l'eternità e, abbandanandosi a ciò, mi mostrava la prova suprema del suo amore. Per questo so che lei non ha smesso neanche per un secondo di amarmi, anzi, lei mi ha talmente amato, fino all'ultimo secondo, che smise volontariamente di respirare, quasi mi volesse sollevare da quella colpa, conscia che eravamo figli di un destino più grande di noi.
Strinsi ancora più forte fino a che non fui sicuro che fosse morta. Lei è pazzo, proruppe l'ispettore senza volerlo, spontaneamente, una maschera di disgusto scolpita sul suo volto. Bisogna esserlo, acconsentii io, se si vuole scendere all'inferno e riportarne in superficie il romanzo perfetto.

No comments:

Post a Comment