Ti immagino mentre schiacci i tasti del
computer componendo quell'ode di post che fra poco aggiungerai sul tuo
blog, seduto sulla sedia con le rotelle sotto, alla scrivania di legno
chiaro alla luce della lampada da tavolo antica, verde; da solo, nel
salotto del tuo appartamento al primo piano, né troppo vicino alla
strada su cui ogni tanto butti lo sguardo come potrebbe essere un piano
terra o anche un rialzato perché lì saresti troppo coinvolto, forse
addirittura schiacciato, dai discorsi della gente, le grida dei bambini,
i clacson o i fari di una macchina che guida ovattatamente nella notte
tarda... Né troppo lontano, come potrebbe essere un piano alto, così
alto che le persone apparirebbero minuscole, e allora perderesti
contatto... Invece un primo piano è la cosa che fa perfettamente al
caso tuo. E il bovindo poi fa il resto del gioco...
Da
lì dove sei quasi appartieni alla strada, quasi, ma non proprio... È un
po' come se condividessi con qualcuno un suo segreto, solo che egli non
lo sa, che tu lo sai; tuttavia sei così discreto da non dire niente a
nessuno. Solo quel piccolo post sul tuo blog sconosciuto dove cambi i
nomi alle cose e alle persone, per non farle riconoscere...
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